Il nome già rivela la grinta e la determinazione legate all’approccio pragmatico, tipico della nostra imprenditoria. Be Bad nasce a marzo 2019 dalla vision di Davide Corna e Matteo Scolari di Valeo.it e Matteo Gustinetti di Conlabora, che hanno unito le rispettive competenze per sviluppare nuove startup caratterizzate da un forte contenuto tecnologico.

Naturale evoluzione degli incubatori, che supportano le aziende neo-nate nei primi passi del loro sviluppo, un acceleratore ha invece la mission di lanciarle rapidamente sul mercato, prepararle al confronto con gli investitori e costruire un modello di business scalabile e replicabile. La modalità operativa è altrettanto semplice: Be Bad investe in progetti promettenti, mettendo a disposizione fondi e servizi di mentorship in cambio di equity della startup innovativa, confidando in un ritorno al momento della cessione delle proprie quote di partecipazione.

Abbiamo deciso di creare Be Bad consapevoli della grande propensione all’innovazione tecnologica del nostro territorio – spiega Matteo Gustinetti – che può trovare nella “startup innovativa” uno strumento efficace per il suo sviluppo”. Il concetto di ‘startup’ è, infatti, da considerare in tutte le sue declinazioni, non solo quindi come progetti promossi da giovani ambiziosi, ma anche come nuove tecnologie sviluppate dalle aziende o nuovi prodotti e servizi nati dalla collaborazione tra soggetti corporate e mondo accademico.

E proprio questo è il caso di Arios Technology, la prima startup innovativa creata da Be Bad e nata dalla tesi di laurea di Luca Cominato, ingegnere del Politecnico di Milano, già incubata presso l’incubatore universitario Polihub. Arios Technology sviluppa una soluzione tecnologica in Realtà Aumentata per l’assistenza e la manutenzione industriale in remoto e si propone al mercato come sistema per la digitalizzazione dei processi O&M in ottica di Industria 4.0 con particolare riferimento al mondo della media impresa manifatturiera. L’ecosistema tecnologico sviluppato dalla startup permette agli operatori sul campo di effettuare operazioni di manutenzione assistite in remoto da un esperto potenzialmente localizzato in qualsiasi parte del mondo e, a seguito di particolare apprezzamento per la facilità d’uso da parte dei primi utilizzatori, verrà ufficialmente lanciata sul mercato nel prossimo trimestre.

Abbiamo creduto nel progetto fin da subito – racconta Davide Corna – e abbiamo deciso di supportarlo mettendo a disposizione un nostro team di sviluppatori e presentando la soluzione a grosse realtà industriali che fin da subito hanno confermato la bontà della tecnologia. Abbiamo quindi creato la startup innovativa e validato il modello di business e dopo 6 mesi siamo pronti per il mercato.

Diversa l’origine di Face On, la seconda startup innovativa creata da Be Bad insieme ad AISent, realtà specializzata nella progettazione e implementazione di soluzioni di Intelligenza Artificiale. Le due aziende hanno infatti deciso di dare forma societaria alla loro collaborazione su un progetto di sviluppo di una tecnologia di riconoscimento facciale intelligente. Face On – illustra Matteo Scolari – è una app che si basa su una tecnologia proprietaria di machine learning e si propone come soluzione dirompente nei mercati della rilevazione presenze, controllo accessi, smistamento e distribuzione immagini in contesti turistici e sportivi e gestione delle presenze in eventi e manifestazioni.

C’è poi MyCloset, startup innovativa che nasce per rispondere ad un problema preciso: diminuire la percentuale dei resi negli acquisti di abbigliamento via eCommerce, che oggi pesa circa il 25% sulle vendite totali (il 70% a causa di taglia errata) e che impegna le aziende in costosi processi di reverse logistic, con aggravio di costi e impatti sulla sostenibilità. L’algoritmo che MyCloset intende sviluppare sarà capace di confrontare in maniera automatica i dati dell’utente con le schede di migliaia di capi d’abbigliamento e di marchi, suggerendogli l’acquisto più adatto in termini di vestibilità e gusto con un grado di precisione assai più elevato rispetto alle soluzioni attualmente disponibili sul mercato.

Tecnologia e impatto positivo anche nel caso di LookUp, l’ultima iniziativa accelerata da Be Bad e registrata come Startup Innovativa a Vocazione Sociale (SIAVS). Nata per rispondere al problema emergente del rischio di dipendenze tecnologiche, con particolare riferimento ai nativi digitali, la società intende sviluppare un social game via app che incentivi un utilizzo consapevole dello smartphone grazie a meccanismi premiali basati sull’assegnazione di un punteggio per il tempo in cui si evita di utilizzarlo inutilmente. L’utente può misurare la durata dei periodi in cui, nel corso della giornata, evita di utilizzare il proprio smartphone e ottenere ricompense sulla base del punteggio acquisito (più lungo è il periodo di mancato utilizzo dello smartphone più punti si accumulano). Il premio andrà speso su un circuito convenzionato di enti legati al settore culturale, museale, dello spettacolo oppure presso operatori del commercio equo-solidale, della green economy, del welfare, del commercio di vicinato.

Quattro progetti ambiziosi, tecnologicamente avanzati e potenzialmente rivoluzionari nei loro mercati di riferimento. Nel cantiere di Be Bad vi sono però altre iniziative interessanti, tra cui la creazione di un circuito di eventi in cui startupper, investitori e imprenditori possano entrare in contatto e scambiarsi reciproci feedback, in maniera informale e concreta, sempre all’insegna di quello spirito pragmatico che ci caratterizza.

Per ulteriori informazioni e per candidare la propria idea innovativa è disponibile il sito www.bebad.digital

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2020-01-11T14:47:57+00:00gennaio 11th, 2020|
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